Mille anni di gioie e dolori by Ai Weiwei

Mille anni di gioie e dolori by Ai Weiwei

autore:Ai Weiwei [Weiwei,Ai]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-03-28T00:00:00+00:00


Tompkins Square Park si trovava a soli due isolati da casa mia. Le panchine erano i giacigli dei vagabondi e le case abbandonate nelle vicinanze soluzioni invitanti per gli occupanti abusivi. Nel parco c’erano alcuni comunisti superstiti che distribuivano manifesti rivoluzionari, mentre nei fine settimana gli Hare Krishna regalavano dolcetti di riso a chiunque li gradisse. Anche neonazisti, skinhead ed ex hippy bazzicavano da quelle parti. Il parco era il paradiso del quartiere per qualsiasi necessità, dalla passeggiata con il cane all’approvvigionamento di droga.

Le gallerie d’arte cominciarono a spuntare con la stessa velocità dei germogli di bambù dopo le piogge primaverili, l’area si gentrificò e i residenti a basso reddito ne furono gradualmente espulsi. Per mesi, ogni fine settimana ci furono manifestazioni di protesta contro la gentrificazione e contro la violenza della polizia, che culminarono, nell’agosto del 1988, in una rivolta all’interno del parco e nei dintorni.

Una sera di caldo torrido in cui le autorità ordinarono che il parco chiudesse all’una di notte, i residenti dell’East Village reagirono con rabbia e si scatenò l’inferno. Era la prima volta che vedevo la polizia in tenuta antisommossa aggredire manifestanti disarmati. Sfidati con coraggio dagli anarchici, i poliziotti, maneschi, aggressivi e arroganti, dovevano essersi sentiti minacciati, e scesa la sera li caricarono con brutalità. In mezzo a quel caos io scattai molte foto, soprattutto delle teste sanguinanti per le manganellate. Un’esperienza che per me fu come un corso accelerato di attivismo sociale, perché mi aiutò a capire il potere del capitale, i conflitti di interesse tra il potere istituzionalizzato e l’individuo, e la necessità di sostenere i diritti e le libertà nonostante le minacce e la violenza.

Tra gli uomini che avevo fotografato c’era Clayton Patterson. Era un anarchico che aveva filmato diverse ore di violenze da parte della polizia. Quando il procuratore distrettuale gli ordinò di consegnare le riprese effettuate, rifiutò categoricamente. Disse che non era così stupido da affidare al sistema giudiziario capitalista dei filmati incriminanti. Mentre entrava nel tribunale della città, mi mostrò i palmi delle mani, sui quali aveva scritto DUMP KOCH (cacciate Koch) – Ed Koch era il sindaco di New York. Scattai immediatamente. Sapevo di aver colto un’immagine potente. Corsi in strada con in mano una copia del “New York Times” e da un telefono pubblico parlai con un redattore del giornale, poi saltai su un taxi. Il redattore di turno prese il rullino dalla mia macchina fotografica e dieci minuti dopo, con la stessa sicurezza di un acquirente che sceglie un pomodoro da una bancarella del mercato, selezionò una delle foto sviluppate.

Alle tre del mattino seguente ero davanti a un minimarket sempre aperto in St. Mark’s Place ad aspettare che consegnassero la prima edizione del giornale. La mia foto era nella sezione locale, e sotto, in piccolo, il credito: “‘New York Times’, Ai Weiwei”. Davanti a quelle parole il sonno mi passò del tutto. Era una foto normalissima, solo una foglia tra le innumerevoli foglie che cadono in autunno, eppure la sensazione che mi dava era speciale, perché per la prima volta avevo un vero legame con la mia città di adozione.



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